Gli ultimi particolari sono a volte quelli apparentemente meno importanti. Ma non sempre è così.
Riser manubrio (generici acquistati da Bep’s).
Un ultimo riser al manubrio e aggiungo così un centimetro che mi permetterà di stare in piedi meglio. Le piste sterrate più o meno dure o sabbiose, ondulate o pietrose, vanno sempre affrontate in piedi. E in quella posizione ci sono due cose a cui devi porre attenzione: le gambe leggermente flesse e la schiena dritta. Se la tieni anche leggermente curva, rischi di metterla in crisi alla fine di una intera giornata.
Griglia di protezione R&G al radiatore.
Il radiatore è una parte molto esposta per definizione: deve avere accesso a un buon flusso di aria per consentire al motore le giuste temperature. Il mio Transalp inoltre vanta anche la ventola che scatta da sola a 101°. Ma i sassi? Se si fora sei perduto. Certo ci sono le paste turafalle… Ma meglio prevenire. Una bella griglia e sei più tranquillo.
Taniche di benzina di riserva.
Ho sempre saputo che chi è andato in Marocco consiglia una autonomia di 300 km. La mia Transalp con il suo serbatoio da 18 litri scarsi, con la nuova centralina, percorre 16km/l. Quindi circa 280 km. Senza margini. Allora ho pensato ad un paio di tanichette plastiche aggiuntive. 5+5 litri tanto da darmi altri 160 km di autonomia. Dove fissarle è stato un mio tarlo a lungo. Sono 10 kg o poco più che devono stare il più in basso possibile per non aumentare ancora di più il disequilibrio che le borse laterale e l’eventuale baulone posteriore, causano già normalmente. Alla fine le fisserò alle borse laterali sul lato corto, come fanno molti motociclisti delle piste. Nel mio caso poi, essendo le borse double-face, posso sempre portare la posizione delle tanichette all’anteriore, in corrispondenza delle pedane del passeggero posteriore. Accentrando ancora di più le masse al baricentro della combinazione pilota-moto.